

nel sito dello "Scoiattolo del Lago Maggiore". Questo sito e' la parte individuale e personale del webmaster, responsabile del sito principale www.schino.com .
L' obiettivo del sito e' di ricomporre in una sola area tutte quelle informazioni precedentemente archiviate in soffitta per dare la possibilita' allo scrivente di rivedere il suo passato, di ricordare quanto fatto quando era ancora ragazzo, e aggiungere quello che e' presente allo stato attuale.
Tutto qui. Spero di aver fatto un buon lavoro (non ancora finito ...).
tutti noi siamo costretti a crescere, a istruirci, a modificare il nostro carattere, a conoscere gli altri, a cercare di essere nel limite del possibile coerenti con le nostre idee sia con noi stessi e sia con il prossimo e succede anche che siamo obbligati a modificare le nostre attitudini. Da giovane residente nel profondo Sud ero soprannominato il delfino del Basso Adriatico, poi ho dovuto migrare nel profondo Nord e sono stato costretto a riconvertirmi e sono diventato "Lo scoiattolo del Lago Maggiore".
Gran Fondo Friuli, giugno 1999
Premessa : dato che ci sono colleghi che sono molto sensibili, nel senso che alla prima battuta si irrigidiscono, questo diario vuole essere un mezzo per ridere sulle nostre avventure/disavventure, non vuole mettere in ridicolo nessuno (per questo non ci sono i nomi), cerchiamo solo di riderci su'.
Grazie
Partenza ore 14.10 venerdi 4 giugno 1999 da Somma Lombardo, incontro con i rimanenti della missione Friuli prima dell' ingresso dell' autostrada, ore 14.30. Ci siamo contati, eravamo in 15.
Mentre si parlava sulla strategia da seguire in autostrada e ci scambiavamo i numeri dei cellulari appesi alle cinture dei proprietari a mo' di COLT, un collega si e' fatto un uovo al cofanino (una variante dell' uovo al tegamino).
La temperatura era di circa 50 gradi all' ombra. Prima di arrivare a Milano, un camion e rimorchio sculettava e cercava di farsi notare da noi poveri ciclisti impossibilitati ad apprezzare le sue movenze pensando gia' alle imminenti fatiche.
Al casello di Milano del FAST-PAY, una donna incapsulata nella colonnina ci ha augurato buon viaggio. Un collega si e' chiesto perplesso come facesse a resistere quella donna nella colonnina per tutto il giorno con quel tremendo caldo.Nessuno ha risposto.
Dopo un'ora di viaggio eravamo a Capriate. Per chi non si e' laureato in ingegneria, si fa notare che a Capriate c'e' la MINI-ITALIA, prima c' era la MINI-MINOR e prima ancora c' era la MINI-COOPER.
Durante il tragitto per ammazzare la noia del viaggio, le barzellette ci facevano compagnia. Un collega sfornava (senza pala) una barzelletta dopo l'altra, non si possono ripetere, censura.
Dopo un'altra ora un collega sornione si svegliava e ci troviamo a Sirmione. Il viaggio continua, e per limitare la noia l' autista sintonizza la radio sul GIRO. Non si capisce una mazza, la trasmissione era molto disturbata e cosi preferiamo continuare a dire barzellette.
Dopo 3 ore esatte, alle 17.10 siamo al casello di Mestre dopo 307 km. C'era una coda della madonna, ma noi del Caffe' Nazionale siamo molto pazienti ed aspettiamo il nostro turno. Dopo 15 minuti, contenti di aver passato il pedaggio rimaniamo intrappolati in un gigantesco ingorgo dovuto ad un tamponamento. Come si conviene quando si viaggia in carovana, dalla macchina ammiraglia vengono contattate le altre tre macchine e si viene a sapere che sono nella retroguardia. Rallentiamo.
17.45, porca puzzola un' altra barriera, fine della tangenziale, ci immettiamo sulla UDINE. Subito dopo il casello di ingresso ci fermiamo e aspettiamo le altre macchine. Arrivano e tra una chiacchera e l' altra un collega si accorge che un pistolino pendeva dal pianale della nostra macchina, era il filo del freno a mano che toccava terra. Era un nostro stratagemma per caricarci di forza naturale per la prima tappa di sabato. Ci avevano scoperti.
Per nulla impressionati della scoperta continuamo il nostro viaggio. Sono le 18.10, la segnaletica segna 71 km a UDINE, in una orina dovremmo arrivare.
Ore 18.40 usciamo a UDINE SUD. Ci sono gia' le indicazioni della Gran Fondo del Friuli. Procediamo su piccole strade provinciali tutti incollonnati, eravano un treno mica male.
Arrivo in Riviera (nel senso di Hotel) alle ore 18.55, dopo 431 km.
Dopo una lavata (nel senso di una doccia) andiamo a cena.
Nel frattempo prima di cena un nostro collega pensando ai suoi criceti a casa golosi di formaggio (se non e' friulano non mangiano) si e' recato in un caseificio comprando una forma di parecchi chili di formaggio locale. Accuratamente lo ha avvolto nella carta e lo ha depositato in macchina, era orgoglioso di aver pensato ai suoi beniamini.
Tavolata all' aperto. Scommetto che siete curiosi della cena, ok vi accontento: tre assaggi di primi, crespelle alla besciamella, blabla (non ricordo il secondo primo), gnocchetti al peperoncino. Come secondo c'era carne con insalata e patate. Niente di speciale. Seguiva gelato alla panna e caffe'.
Il tutto innaffiato con vini e acque locali. Qualcuno di noi non e' stato solo innaffiato ma anche affogato nella grappa (un paio di bottiglie) dal collega Paolino.
All' indomani, colazione, un po' scarsina per la verita', un collega, il solito raccomandato, si e' fatto portare un piatto di spaghetti all' aglio e peperoncino, uno stratagemma per pedalare solo con il suo passo.. Poi tutti alla partenza. Vengono scambiate opinioni sulla Gran Fondo con altri ciclisti di altre squadre. C' erano ciclisti svizzeri, austriaci, tedeschi, sloveni e naturalmente italiani. Tanti avevano la maglia della Gran Fondo Friuli, noi avevamo preferito indossare quella sociale per meglio identificarci nel caso di aiuto reciproco.
Partenza in orario 8.30 di sabato 5 giugno 1999. Avevo portato tutto il macchinario di macchine fotografiche per un servizio esclusivo sulla trasferta del Caffe' Nazionale, da consegnare, come concordato nella serata precedente, a Paolino (999.9 kili), ma quel pistola non si faveva trovare alla partenza, conclusione sono stato costretto a riportare tutto il macchinario fotografico sul camioncino.
Appena partiti, con la macchina dell' Ammiraglia che mandava musica allegra, abbiamo investito uno scoiattolo tutto nero, qualcuno ha incominciato a pensare che la situazione avrebbe portato sfiga. Successivamente ci avevano informato che lo scoiattolo tutto nero e bello era stato salvato, era solo stordito, eravamo tutti contenti.
La prima tappa ha avuto una sosta dopo 51 km ad Alesso e l' altra dopo 87 km a Timau.
Prima di arrivare al primo ristoro c'e' stato un rallentamento generale, tutti fermi. Si sentiva uno rumore strano. Pensavamo che fosse in funzione un buldozer, si sentiva un rumore di martellamento che aumentava al nostro avvicinamento. Sapete cos' era ?, erano le tavolate di legno su un ponte da attraversare.
Dopo il primo ristoro abbiamo incominciato a salire senza tregua. Una lunga salita che ha frantumato il gruppo di poco piu' di 1000 ciclisti.
Uno dei nostri, mi aveva detto che superato la lunga salita, arrivare in vetta sarebbe stato una passeggita. Non era affatto vero c' erano 12 tornanti che ci hanno portanto su di 500 metri. In cima al Passo Monte Croce Carnico eravamo a 1360 metri, confine tra Italia e Austria. Subito dopo il confine c' era una enorme PALA (con una sola L) che generava energia elettrica. C' er amolto vento. Dopo il confine la strada era disatrata (in tedesco strassen schaeden) stretta e piena di buche. Abbiamo fatto poco piu' di mezzo kilometro a piedi sia per raffreddare i nostri tubolari sia per evitare forature.. Poi a tutto gas in discesa a 80 km all' ora, pendenza 13%. Siamo arrivati a destinazione alle 14.30.
Al nostro arrivo, c'era un caldo tremendo, il nostro coordinatore tecnico della Gran Fondo del Friuli ci aggiorna che la Pensione era a poco piu' di un kilometro. Cosi' imitando i marrocchini locali, ci siamo messi le borse sulle spalle e via. Chi in bici chi a piedi. Chi era a piedi seguiva con la coda dell' occhio la scia di quelli in bici, ma dopo una curva seguiva un
bivio e a questo punto non vedendo i primi colleghi in bici sorgeva il dubbio se andare a destra o a sinistra. Niente paura, veniva spedita una staffetta in avanscoperta per scoprire quale direzione fosse quella giusta, senza risultati.
Abbiamo aspettato un paio d' ore, incominciava a fare buio e nessuno si era ancora accorto che mancavamo all' appello i migliori della squadra, tra cui la scoiattolo del Lago Maggiore.
Finalmente siamo raggiunti da un collega che ci indirizza sulla retta via. Arrivati alla Pensione (nel senso di ZIMMER e non di eta') ci accorgiamo del casino che i colleghi arrivati prima di noi avevano e stavano combinando. Continuavano a parlare in dialetto Lombardo con i due vecchietti proprietari che parlavano invece il dialetto della Carinzia.
A questo punto e' intervenuto l' interprete della squadra che parlando in perfetto dialetto barese a messo tutto a posto.
Saliti nelle stanze abbiamo preso il numero di prenotazione per una doccia. Dovete sapere che sul piano c'erano 4 stanze con 3 letti ciascuna e c'era un solo bagno.
Dopo un paio di ore di attesa, ognuno si era rinfrescato.
Nel frattempo la nonna copriva le nostre bici con diversi teloni. Veramente gentile.
La serata era appena incominciata e si presentava il problema del ristorante. Scesi in centro della cittadina, Mauthen, abbiamo discusso a lungo su quale ristorante indirizzarci, e come succede nelle buone famiglie, mettere d' accordo 15 teste non e' facile. Chi voleva andare nel Ristorante con piscina, chi voleva andare al Ristorante dove cenavano i giudici di gara, insomma un casino. A questo punto per far decidere ad una persona che non c' entrava niente con noi, un nostro collega di buona volonta' e' ritornato dai nonnini per farci consigliare dove andare. Ebbene, ci aveva consigliato il Ristorante/Pizzeria dietro la chiesa. Ragazzi che figura.!!!
Entrati nella Pizzeria, boccali di birra per tutti. Eravamo distrutti. Ho capito volete sapere cosa abbiamo mangiato, ok. oggi mi sento buono.
Primo piatto, specialita' della zona, una buona minestra leggermente piccante (Gulasch Suppe); per secondo carne brasata con una palla di pane (Semmelknodel) con uova e pancetta e per finire Strudel con panna.
Per aiutare la digestione si fa un giro nella zona arrivi/partenza della gara. Ci facciamo fare una foto da una fotografa molto esperta del luogo, e a questo punto i piu' stanchi ritornano in Pensione, i piu' temerari aspettano la premiazione. Avevo dimenticato, l' interprete con il suo dialetto barese fluente, prima di uscire per recarsi al ristorante aveva chiesto alla nonnina se poteva far portare con una macchina i nostri borsoni alla partenza alla domenica mattina. Mi promette che si sarebbe interessata.
La domenica mattina sveglia data dai casinisti del piano di sotto alle 6.00. Colazione abbondante, salame e formaggio della zona, marmellata della nonna, uova in camicia, pane, caffe' e the' a volonta'.
L' interprete si mette ancora all' opera per chiedere alla nonnina di preparare una pentolaccia di the' di 10 litri circa per le borracce. Buona donna si e' fatta in quattro.
Nel frattempo un nostro collega al quale non piaceva ne' il caffe', ne' il the' chiede alla nonnina un po' di Milch (latte per chi non ha studiato il tedesco). La nonna gli chiede se lo vuole Cald o Warm; lui lo sceglie Cald, cioe' freddo. Incassa e se lo beve.
A fine colazione, i borsoni vengono caricati in macchina e tutti alla partenza. Erano le 7.40. Non c' era molta gente, ma nel giro di una mezzoretta, i poco piu' di 1000 ciclisti erano tutti li'.
Ci avevano detto che nella notte era stata stirata una volpe nelle vicinanze, poveva bestia.
Durante l' attesa della partenza abbiamo parlato con i nostri colleghi ciclisti della AMSPO di Rho (vincitori del primo premio alla prima tappa) e ci siamo resi conto che le nostre lamentele sulla nostra Pensione erano niente paragonate alle vicissitudini che avevano avuto loro la sera prima.
Loro erano stati spediti a 20 kilometri di distanza e che il pulman non era riuscito a salire per le stradine troppo strette. Tutti a piedi in cima.
Prima della partenza abbiamo ascoltato musica folcloristica dalla Banda cittadina vestita con i loro costumi tradizionali.
Partenza puntuale alle 8.30 di domenica 6 giugno 1999. Inizialmente cielo parzialmente nuvolovo, poi si e' messo sul bello. Andatura sostenuta, panorama stupendo. Tanti spettatori, campanacci agitati, applausi. Il primo ristoro a Notch al 53 km. Il rancio e' stato buono ed abbondante. La Banda cittadina ci solleva il morale e ci tiene compagnia per 20 minuti. Si prosegue con il secondo
ristoro alle Cave del Predil al 77 km. (In passato erano cave di ferro n.d.r).
Durante il ristoro, la Macchina ammiraglia ci avvisa che potevamo proseguire in modo sparso verso il Passo Predil, ma di fermarci in cima per partire tutti insieme. Una volta su, tutti giu' per una veloce discesa di 40km. verso Caporetto. Tanta gente sulle strade che ci salutava.
A Caporetto, dopo 118 km. sosta e gran bevuta di the' tiepido. Abbiamo regalato ai ragazzi di Caporetto cappellini e barrette di musli. Ormai siamo quasi al traquardo. Ancora 40km. ad andatura veloce, su strade ombreggiate inizialmente e poi sotto un sole micidiale verso la fine. Finalmente si arriva a Buttrio alle 15.30 dopo 160 km.
Solita routine, caricamento bici, doccia e gran bevuta. Il collega che aveva comprato il formaggio, voleva (bonta' sua) farlo assaggiare. E' stato sufficiente aprire la portiera della macchina e tutti noi avevamo gia' assaporato la bonta' del formaggio. Cerimonia delle premiazioni; otteniamo un altro 6. posto come all' andata. Portiamo a casa due coppe ed una poltroncina di Sanzano, capitale della sedia.
Successivamente, sotto il tendone, ci gustiamo la cena (prenotata in precedenza dal nostro coordinatore tecnico Gran Fondo Friuli).
La fame era cosi' tanta che le posate di plastica si sono subito rotte permettendo l' uso delle mani per la carne. Che cannibali. Abbiamo assaggiato un dolce locale innaffiato con vino della zona.
Per finire un buon caffe' ha sistemato il tutto. Non e' finita. Dato che a stomaco pieno qualche collega incominciava a dare segni di sonnolenza, un altro collega con un vigoroso pugno sul tavolo ha svegliato tutto il vicinato.
Tutti svegli quindi e tutti in macchina per la partenza in fila indiana alle 19.30 di domenica. Prima di entrare in autostrada decidiamo di fare un girotondo per la grande rotonda per vedere ancora Buttrio a 360 gradi.
In autostrada il traffico non permette alla fila indiana di essere compatta; si prosegue in ordine sparso. Noi siamo dietro al furgone delle biciclette. A meta' viaggio coda a non finire per un incidente, tutti fuori dalle macchine a prendere un po' di aria fresca alla gasoline e alla benzilina per 45 minuti.. Si riprende il viaggio e dopo diversi kilometri il furgone si ferma ad un AutoGrill e noi lo seguiamo.
Mentre i colleghi del furgone entrano nel bar noi riceviamo una chiamata da altri colleghi informandoci che ci aspettavano all' AutoGrill di Verona Sud.
Nessun problema, ripartiamo e dopo un bel po' ci fermiamo al successivo AutoGrill, era quello di ... Brescia. Era successo che eravamo gia' a Verona Sud quando ci avevano chiamati, ma non lo sapevamo. Siamo forti.
Ripartiamo e finalmente la nostra avventura termina alle ore 1.30 del lunedi.
Conclusioni, una bella esperienza, un buon collettivo, nessuno screzio, atmosfera in armonia. Insomma, ci proponiamo per il prossimo anno ?
Io ho gia' messo nella lista delle cose da portare, un paio di scatole di camomilla in bustina.
Vorrei a titolo personale e mi faccio interprete anche di tutti coloro che hanno partecipato a questa trasferta, dire un grazie a colui che ha organizzato, a coloro che hanno guidato e hanno messo a disposizione le loro macchine, a colui che ha prestato il suo furgoncino per il trasporto delle biciclette, e perche' no, anche a tutti gli amatori (in senso lato) che hanno pedalato e sofferto per conquistare queste due coppe.
Non ricordo molto della mia infanzia perche' non c'e' niente da ricordare, e non voglio ricordare !!.