nel sito dello "Scoiattolo del Lago Maggiore". Questo sito e' la parte individuale e personale del webmaster, responsabile del sito principale www.schino.com .
L' obiettivo del sito e' di ricomporre in una sola area tutte quelle informazioni precedentemente archiviate in soffitta per dare la possibilita' allo scrivente di rivedere il suo passato, di ricordare quanto fatto quando era ancora ragazzo, e aggiungere quello che e' presente allo stato attuale.
Tutto qui. Spero di aver fatto un buon lavoro (non ancora finito ...).
tutti noi siamo costretti a crescere, a istruirci, a modificare il nostro carattere, a conoscere gli altri, a cercare di essere nel limite del possibile coerenti con le nostre idee sia con noi stessi e sia con il prossimo e succede anche che siamo obbligati a modificare le nostre attitudini. Da giovane residente nel profondo Sud ero soprannominato il delfino del Basso Adriatico, poi ho dovuto migrare nel profondo Nord e sono stato costretto a riconvertirmi e sono diventato "Lo scoiattolo del Lago Maggiore".
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Il giorno dopo, dopo una abbondante buona colazione, i nostri amici si incamminano verso le montagne. La giornata era serena, c'era un leggero vento che faceva muovere l'erba alta. I nostri quattro amici erano un po' silenziosi. Avanti in fila indiana, prima c'era Portos, poi seguiva Atos, poi Aramis e per ultimo D'Artagnan.
D'Artagnan pensava che il non dire niente era a causa sua, ma quando si fermarono la prima volta dopo diverse ore di viaggio, D'Artagnan chiese a suoi amici come mai fossero cosi' silenziosi.
Aramis rispose che ogni volta che facevano quella strada, avevano un senso di tristezza nel cuore, pensavano al modo di vivere, quello che avevano lasciato, e quello che a poco avrebbero trovato.
Vedrai, disse Aramis, quando arriveremo sentirai anche tu questa strana sensazione. Si riposarono, fecero riposare i cavalli, a poco avrebbero iniziato ad andare a piedi, dovevano percorrere un sentiero stretto che passava tra una montagna e l'altra. Vedrai, continuo' Aramis, dopo quel sentiero ci sentiremo tutti meglio, e' strano ma c'e' nell' aria una sensazione di bello, vedrai distese di prateria, l' orrizonte, tranquillita', qui non arrivano mai i moschettieri neri, non sono ben visti dagli indiani, e se siamo fortunati possiamo incontrare una pattuglia di sentinelle della tribu' di Toro Seduto.
Continuarono il loro viaggio a piedi, la strada era fatta di tanti sassi, dovevano stare attenti ai segnali dei cavalli, se incominciavano a lamentarsi, voleva dire che qualche sasso era entrato nei loro zoccoli.
Per fortuna ando' tutto bene, arrivarono alla fine del sentiero, si misero in sella e poco dopo, furono fortunati, incontrarono una pattuglia di sentinelle. Portos le aveva riconosciute, erano quelle di Toro Seduto. Non c'era tra loro Willer. Gli indiani furono molto contenti di vederli, e cosi' dopo i saluti fecero strada per portarli all'accampamento della loro tribu'.
D'Artagnan era molto incuriosito da quegli uomini, non aveva mai visto indiani in vita sua.
Si fermarono, D'Artagnan chiese quanto mancasse al loro accampamento, e Aramis rispose che quella pattuglia si era spinta molto lontano dalla loro tribu', e forse entro sera sarebbero arrivati.
Infatti prima di arrivare incontrarono altre sentinelle, ma tutto ando' bene.
Arrivarono che era sera tardi, si vedevano i fuochi accesi in lontananza, un indiano si stacco' dal gruppo e corse avanti per avvisare che erano in arrivo ospiti.
Quando furono all' accampamento, tanti indiani erano li' che li aspettavano, c'era anche Willer che saluto' i suoi amici e vedendo che c'era una nuova persona si avvicino' e gli diede il benvenuto consegnandogli una bella piuma di aquila. D'Artagnan fu molto sorpreso di questo gesto di amicizia e di benvenuto e rispose appoggiando la sua mano destra sulla spalla di Willer.
Willer porto' i nostri amici nella tenda di Toro Seduto, il vecchio grande capo. Era molto anziano, saluto' gli ospiti e chiese a Willer di far avvicinare D'Artagnan a lui. D'Artagnan che non capiva, chiese spiegazione ad Aramis che rispose di non aver paura perchè voleva vedere se sei arrivato con amore verso il suo popolo o con odio.
D'Artagnan si avvicino' al grande capo, Toro Seduto lo fece inginnocchiare e gli mise la sua mano destra sulla testa. Chiuse gli occhi e parlo' nella sua lingua, dopo alzo' la sua mano e disse al figlio Willer, che quel cavaliere era benvenuto nella sua tenda, era una brava persona, nel suo animo c'erano tante cose buone.
Willer lo disse a D'Artagnan e ai nostri amici e tutti erano contenti della accoglienza che Toro Seduto dava sempre ai suoi amici. Erano tutti invitati a cena. Fuori il fuoco era gia' acceso, la cena era pronta ma nessuno incominciava se non arrivava il loro capo.
Uscirono tutti, si misero seduti per terra, per i nostri amici era un po' difficile, ma si adattarono. Mangiarono tutti intorno al fuoco, c'era tanta allegria, ora D'Artagnan si accorse della strana senzazione che entrava nel suo corpo. Quella che gli aveva detto Aramis nella mattinata.
A fine cena, Portos prese dalla sella la busta con la lettera del Re e la confezione regalo, il calumet, la pipa indiana. Toro Seduto lesse la lettera, si commosse un po' e poi apri' la confezione regalo. Trovo' un nuovo calumet, bellissimo, volle provarlo subito, chiese del tabacco, e mentre lo schiacciava nella pipa, Willer prese un pezzetto di legno ardente e lo porto' al suo papa'. Toro Seduto accese la pipa e dopo diversi tiri la fece girare, prima a Willer, futuro capo della tribu', e poi agli ospiti, e poi a tutti gli altri. Provo' anche D'Artagnan, che dopo aver fatto un tiro si mise a tossire molto forte, non era abituato a fumare. La cerimonia fu molto sentita dai nostri amici. Quando la pipa arrivo' ancora a Toro Seduto, lui fece ancora qualche tiro, si alzo' e chiese a tutti di continuare ma lui doveva ritornare nella tenda, era un po' stanco.